SATISFICTION #6 – GIAN PIETRO LUCINI, UN NO GLOBAL ANTE LITTERAM

Non è un caso che il libro di questa settimana sia Antimilitarismo di Gian Pietro Lucini. Più che il libro Vi consiglio di (ri)scoprire questo poeta dimenticato, ma capace di anticipare, ed è solo un esempio, il celeberrimo Gruppo 63 (quello di… “eco”). I suoi versi migliori sono sicuramente raccolti in Revolverate e Nuove Revolverate (pubblicato da Einaudi nel 1975 e mai più ripubblicato). Ecco: più che un libro questa volta vi rimborso un autore.

L’articolo che segue è uscito sul quotidiano “La Repubblica”  (giovedì 16 Marzo 2006).

Antimilitarismo

E’ una vera e propria rivincita, seppur postuma, quella ottenuta da Gian Pietro Lucini: a quasi 100 anni dalla stesura di un suo libro del 1911, rimasto sino ad oggi inedito, arriva ora nelle librerie pubblicato addirittura nella collana degli Oscar Mondadori. Si tratta di Antimilitarismo: un pamphlet, di un “no global” ante litteram, che si dimostra particolarmente attuale in tempi di guerriglie urbane e di conflitti internazionali che non smettono di far discutere. Un libro che raccoglie articoli di giornale, scritti e saggi di uno tra i poeti e intellettuali italiani  ingiustamente dimenticati. Eppure Lucini, nato a Milano nel 1867, è considerato tra gli innovatori della poesia italiana per la  sua continua ricerca di una lirica sperimentale che lo avvicinò prima alla Scapigliatura, poi al Simbolismo ed infine al Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti. Proprio Marinetti lo fece esordire nel 1905 sulla rivista “Poesia” che poi, nel 1909, pubblicò la sua raccolta di poesie più celebre: Revolverate. Ma il suo carattere anarchico, antiborghese e antimonarchico lo fecero allontanare sempre più dal Futurismo. In Antimilitarismo Lucini esaspera ulteriormente i toni polemici e satirici delle sue Revolverate  per dichiarare  tutto il suo disprezzo e il suo risentimento contro la guerra. Proprio un suo articolo, apparso sulla prima pagina del quotidiano “L’Italia del Popolo”, determinò l’intervento del Tribunale di Milano che  considerò il suo scritto “oltraggioso nei confronti dell’esercito regio” e ne dispose l’immediato sequestro. Da questo episodio e dal conseguente iter processuale parte Antimilitarismo che inizia con questa ironica dedica: “Signori uomini d’importanza, di sussiego e di vanità, che, promossi in procacciati uffici, da quelle poltrone più in vista, che non meritate, dal favore delle vostre penne vendute, di là, andate blaterando sui benefici della nuova guerra libica, – la quale ha fatto grande Italia dei Savoia – : questo libretto non è per voi”. Lucini dimostra  di essere stato un pacifista che alle bombe incendiarie ha avuto l’intelligenza di preferire le molotov d’inchiostro. Parole che, però, lo isolarono dalla società civile e intellettuale del suo tempo. Perché, come scrisse, “A noi non giovano né i concetti degli antimilitaristi per tornaconto, né i rumori dei guerra-fondai per necessità”.

Gian Paolo Serino

20 Risposte to “SATISFICTION #6 – GIAN PIETRO LUCINI, UN NO GLOBAL ANTE LITTERAM”

  1. gianni biondillo Says:

    Grande Lucini.
    Ora torno a casa e mi rileggo qualche revolverata!
    (E’ un po’ che non lo faccio. Un paio di lustri!)

    ciaociao, G.

  2. Gian Paolo Serino Says:

    Ciao Gianni, io invece sto iniziando a leggere un libro che inizia con un epigrafe tratta da “Ode su un’urna greca” di John Keats…

  3. Andrea Says:

    “Lucini dimostra di essere stato un pacifista che alle bombe incendiarie ha avuto l’intelligenza di preferire le molotov d’inchiostro. Parole che, però, lo isolarono dalla società civile e intellettuale del suo tempo. Perché, come scrisse, “A noi non giovano né i concetti degli antimilitaristi per tornaconto, né i rumori dei guerra-fondai per necessità”.

    Sembra scritto ieri: incredibile. Un Caimano dell’800

  4. valentina Says:

    bene, un’altra chicca. GRAZIE

  5. Gian Paolo Serino Says:

    Grazie Vale, anche se, lo sai, io preferirei un’altra…CHICCA…

  6. Gemma Gaetani Says:

    Gian Pietro Lucini è fondamentale nella poesia italiana, e questo è ancora più vero da quando Sanguineti, nella discussa (da alcune parti) “Poesia del Novecento” lo pose in apertura del nuovo secolo.
    Bravo Gian Paolo, finora non hai sbagliato un colpo. Però così è facile vincere… ;0)
    Ma questo pezzo musicale cos’è invece, da “Dolls” se non sbaglio?
    Così il tuo blog si trasforma in vero café letterario, di vago sapore esistenzialista. Dovresti chiamarlo “Serino’s”. No, fa troppo “Friends”…

  7. gianni biondillo Says:

    Gian Paolo:
    COSA????? E chi te l’ha dato?
    Non sarà mica un’altro dei tuoi scoop!!!
    😉

  8. Patriz Says:

    Questa musica sta benissimo con Lucini, ricorda Satie.
    Su Lucini ho fatto una tesina poco tempo fa, sul verso libero di Gian Pietro Lucini, ma non credo vi interessi… 🙂
    Caro Serino, che bello che sta diventando questo blog!
    Buonanotte da una città che non è mai Milano e non è funeral, almeno oggi.. 🙂

  9. Luce Says:

    Dalla “Nuova ballata in onore delli Imbecilli di tutti i Paesi”…

    Conosco l’Imbecilli delle Antologie, colle malinconie
    di castrare le statue e le liriche,
    e di sciupare, nella melma, i fiori.

    Ho visto l’Imbecille a discutere Iddio
    senza averlo cercato ne’ fornelli chimici.

    Ho visto molti Imbecilli canori come sciacalli
    che giuocavan, sui dadi, la prima nota e l’ultima
    di certe canzoni peregrine non composte ancora.

    Ho visto l’Imbecilli letterati, spudorati
    per le loro sciocchezze, menarne vanto,
    come un incanto d’errori di sintassi e di gramatica.

    Ho visto l’Imbecille al Finimondo,
    l’Imbecilli politici, statisti e arringa-popoli,
    sfacciati ed imprudenti, stolti e paralitici.

    Tra l’Imbecilli e i Coccodrilli è poca distinzione:
    la Storia Naturale spiega il Natale
    dell’una e dell’altra bestia:
    dal fango delle inondazioni.

    L’Imbecilli si soffiano il naso:
    noi non siam persuasi della loro onestà.

    Soffiansi il naso ed asciugansi l’occhi:
    queste lustre alli sciocchi fanno di sicurtà.

    Piangono l’Imbecilli; non ci credete;
    la cattiveria tira le cuoja all’ignoranza,
    ma sopra a quanto avanza,
    combinano un grazioso giuocherello;
    preparano il giubbetto a chi diffida,
    al rosso farsetto
    stiran le vertebre.

    L’Imbecilli hanno il catarro:
    essi aggiogano al carro, invece de’ pazienti buoi,
    l’eroi dell’a venire.

    Ho veduto dei grandi Imbecilli
    girar poc’anzi a stuolo per il mio paese,
    molte pretese sciorinando al Sole.

    Ho veduto l’altr’jeri a concistoro in un palazzo antico
    molti Imbecilli foggiare un intrico contro il Pensiero.

    Ed ho veduto un Generale ameno
    ricondurre il sereno sulle tombe
    col buon ajuto della cannonata,
    beata partecipazione del moschetto alla galera,
    lezion buona e severa a chi verrà.

    L’Imbecille è crudele.
    Bestia rara! Le più rare s’accovaccian dentro all’are,
    le preclare vanno a torno a buggerare,
    le più care sono preste a malignare,
    le più avare danno fondo al fondo mare.

    Ora il mar, che fan seccare, stenta un poco a preparare
    funerali e bare; ma verrà, quando verrà, la calamità.
    Piangeranno, grideranno! Chi sa quanti in quel mattino
    strilleranno in un cantuccio, per la triste avversità.
    Poco furbi, o troppo tardi?
    Per colmare la tormenta si saran raccomandati
    alla comoda prudenza dei cerotti immostardati
    dai magni economisti gagliardi e liberisti.

  10. Luce Says:

    Guardo la tv, vedo Bruno Vespa, e dedico a lui e a molti altri che affollano tv e carri i versi di Lucini che vi ho voluto trascrivere.
    Complimenti Serino. Bel blog. Tosto.

  11. Gian Paolo Serino Says:

    caro gianni, nessuno scoop!!!
    E’ che lavorando per Rolling Stone ho ricevuto le bozze di quel “libro”.
    Tutto qui, ma niente sarà qui pubblicato o accennato.
    gian paolo

  12. Gian Paolo Serino Says:

    Se Vi capita, su IL GIORNALE di oggi, pagina apertura CULTURA, un mio articolo “CINA, oscurarne uno per educarne cento”: Come Pechino censura siti internet e blog.
    Lo trovate in edicola o su:
    http://www.ilgiornale.it (prima pagina di Cultura).

    Lucini non sarebbe d’accordo!!!
    gian paolo

  13. giuly Says:

    lo so che vado in allegria fuori tema…ma ieri sera ho finito “uomini e topi” di Steinbeck.
    ci sono libri fatti apposta per farti sentire piccoli,stupidi e senza speranza.sono belli per questo,e un pò mi mancavano.

  14. Massimo Del Papa Says:

    Solo un pirata poteva (ri)sdoganare un borderline purissimo come Lucini. Vai Gian Paolo, facci sognare!

  15. Gian Paolo Serino Says:

    Ciao Giuly, benvenuta!
    Non vorrei deluderTi ma io credo che noi siamo davvero “piccoli, stupidi e senza speranza”.
    Ci credeva anche Cocteau che ha scritto (vado a memoria, non “revolveratemi per gli errori):” Una certa stupidità è indispensabile. Gli enciclopedisti, ad esempio, sono alla base di quell’intelligenza che è una forma trascendente di stupidità…”.

  16. Erica Says:

    Ho scoperto il sito navigando qua e là.
    L’idea la trovo uno schiaffo morale alla critica e mi ha stupito che ne abbiano parlato così tanto. Bellissimo anche il pezzo su D’Orrico: adesso lo seguirò con meno enfasi. Ma è che per noi lettori comuni non è sempre facile distinguere il vero dal falso ma questa volta mi sembra proprio lampante.
    Erica

  17. Maria Says:

    Lucini è un grande.
    E dire che quel ######## di Gilberto Finzi in >> (è sempre negli Oscar Mondadori) l’ha definito “un poeta minore”.
    Ma che poeta minore?
    Grazie del consiglio: non sapevo di questo inedito. Me lo prendo al volo.

    M.

  18. ale_sabini Says:

    ri-posto:
    Leggo da un po’, ma scrivo solo adesso. Il blog mi piace e sono felice che tu abbia realizzato un’idea alla quale tenevi da anni. C’è molta materia e tanto pane per i polemici. Ma va bene così. Continua.

    PS: non ricordo quando, non ricordo dove, uno dei sostenitori di D’Orrico rivendicava la sua “arte popolare” scrivendo che persino Pasolini, regista d’arte, era anche regista di spot pubblicitari. Tanto per mettere le cose a posto: il famoso spot di Saiwa “sfornescion” non era affatto di PPP. L’unica cosa che lo legava a lui era la presenza di Ninetto Davoli. Il regista, comunque era Giulio Paradisi.

    Scusa se ho divagato…

    ale::.

  19. Gian Paolo Serino Says:

    Ciao Ale e…benvenuto tra noi!
    Beh, qui le polemiche si sprecano, ma ci sono anche, credo, interventi e proposte interessanti. O per lo meno propositive.
    Comunque sia i blog sono interessanti anche per questo. Come ho scritto oggi su Il Giornale a proposito della censura web in Cina, alle nostre latitudini c’è invece grande libertà di pensiero: peccato che, a volte, manchi il pensiero.

    ps. Grazie per la precisazione su D’Orrico e sull’equivoco Pasolini regista pubblicitario. A parte che secondo me oggi certa pubblicità, specie quella cartacea, è la forma di arte più interessante da seguire.
    Ci vediamo (anche su queste pagine!)

  20. giacomo Says:

    @LUCA CIANNAMEA: ho comprato LUcini. E’ vero: può essere considerato un “no global” ante-litteram ma il libro l’ho trovato frammentario, interessante in certi punti, e recuperato dall’archivio di Lucini mi sembra più per rilanciare commercialmente l’autore che per un vero e proprio bisogno di pubblicarlo.

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