SATISFICTION #5 – MILANO FUNERAL?

Archiviata la pratica D’Orrico ritorniamo a parlare di libri. LIBRI VERI!

Il mio consiglio della settimana è MILANO FUNERAL di Massimo Del Papa, giornalista e saggista, intervenuto più volte su questo blog con argomentazioni e interrogativi che hanno colto nel segno. Non certo per questo, però, segnalo il suo libro. Lo segnalo perché è uno di quei rari libri capaci di colpire l’orologeria dell’anima.

MILANO FUNERAL verrà presentato venerdì 24 marzo alle ore 21.00. Un invito che estendo a tutti Voi e che potrebbe essere una prima occasione di incontro non "virtuale", come suggeriva tra i commenti lo scrittore Filippo Tuena.

Interverranno, oltre all’autore, Emanuele Fiano   –   capogruppo  DS  consiglio  comunale  di  Milano, candidato  alla  Camera per la lista Uniti nell’Ulivo;   Pierfrancesco Majorino   –   segretario DS Milano;   Domenico Bilotta   –   Fondazione Caponnetto;  Daniele Biacchessi   –  giornalista e scrittore;   Gian Paolo Serino   –  critico letterario  –  e con la partecipazione di Elisabetta Caponnetto

La presentazione si terrà alla Sezione DS "Antonio Caponnetto" – Via Gran San Bernardo, 1 – MILANO

RIPETO, non è uno spot tra compagnucci (anche perché Del Papa collabora con il mensile MUCCHIO SELVAGGIO e io, agli opposti, con ROLLING STONE), ma un’occasione di incontro letterario e soprattutto civile.

E ora, la recensione, "in gioco"…

Librodelpapa MILANO FUNERAL

“Anche nella ricca e civile Milano la vigilanza democratica è svanita: si è mutata in una guardinga rassegnazione”: non è un caso che sia questa citazione di Giorgio Bocca ad aprire MILANO FUNERAL,  romanzo scritto dal giornalista di origini milanesi Massimo Del Papa.

Più che una lapide d’inchiostro questo libro è, come recita il sottotitolo, un “epitaffio per una Milano che non sa più vivere”.

Una metropoli vista con gli occhi di un esule che si è autoesiliato: Del Papa, infatti, da anni vive in un paesino delle Marche.      

Da lì – lontano dal cemento a(r)mato – ritrae una città non estranea, ma estraniata.

Una “città da fiction” ormai “disperata nella sua allegria drogata”, una metropoli annientata da quella globalizzazione di cui doveva essere simbolo.             

C’è odio e amore in questo romanzo, che in molte pagine ha la drammatica forza di un saggio da geografia antropologica.

C’è amore per la Milano che poteva essere e risentimento per quella odierna: una città che si è trasformata in un’associazione a delinquere di stampo immaginario.

A Milano, per Del Papa, non resta che questo: non piangere, ma immaginare.

Lontano da ogni retorica, da ogni piagnisteo: c’è il (bi)sogno non di una rinascita, ma di un nuovo Rinascimento.

Culturale e umano.                                                   

Riscoprire la poesia che si è persa: annerita dallo smog delle nostre coscienze.

(Gian Paolo Serino)

87 Risposte to “SATISFICTION #5 – MILANO FUNERAL?”

  1. Gemma Gaetani Says:

    “Siamo completamente soli in questa valle della follia. Le pareti perpendicolari di calce ci separano tutt’intorno dal resto del mondo. Da fuori non arriva nessun rumore. L’unico rumore lo fanno le cascatelle.
    Noi ci immaginiamo di comprarci la cava di calce quando non verrà più sfruttata. E lì sotto ci vogliamo costruire delle case di legno con un enorme giardino pieno di animali e con tutto quello di cui uno ha bisogno per vivere. L’unica strada che c’è per arrivare alla cava la vogliamo chiudere.
    Non avremmo comunque più alcuna voglia di ritornarci”.

    (Christiane F., “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”)

    Non so perché, leggendo la rece di Serino su “Milano Funeral” mi è venuto in mente questo pezzo, ho preso il libro e (ve) l’ho trascritto.

  2. Alessandra Says:

    io aderisco all’invito. ci sarò seguendo anche l’invito di tuena.

    alessandra

  3. Ya basta Says:

    Bravo SErino di D’Orrico non se ne poteva più. Leggo spesso Dal Papa su Rolling Stone. Se riesco verrò anch’io. Voglio darti la mano, te lo meriti. Vi lascio, scudate, ma sono a casa con la febbre…

  4. giacomo Says:

    Sembra interessante. E poi mi piacerebbe incontrare questi pazzi del blog.
    Serino: una domanda, scrivi su Il Giornale e poi presenti un libro di un comunista come Del Papa?

  5. Sir Percy Blakeney Says:

    Scusa Serino, Non capisco le tue posizioni vai e discuti mandi inviti per la presentazione di Funeral che si terrà alla Sezione DS “Antonio Caponnetto” ma sul mio blog per primo, saluti caldamente il tuo amico Bernasconi,consigliere di AN, candidato per AN, il cui padre è socio di Giunco (Ex Antenna3) e che “tanto fa” per l’informazione di Como vedasi post: http://www.vivereacomo.com/2006/03/14/blogcondicio-andrea-bernasconi-candidato-alla-camera-alleanza-nazionale/
    Ma tu la parola coerenza sai cosa vuol dire?

  6. daria Says:

    perché in questo blog alcuni post, non volgari nnè valunniosi, dopo qualche minuto vengono cancellati?

  7. Gian Paolo Serino Says:

    Cari Giacomo e caro Sir Percy Blakeney, mi dispiace doverlo sottolineare: credevo fosse implicito che la cultura, almeno secondo me, non ha colori.
    Non credo alla destra come non credo alla sinistra.
    Non a caso scrivo sia per Repubblica che per Il Giornale: il che dovrebbe essere una garanzia di equilibrio.
    Inoltre sono stato invitato come critico letterario: perchè MILANO FUNERAL è un ottimo libro, scritto davvero bene. Di questo parlerò. Di questo ho sempre scritto.
    Le bandiere, i colori, le polemichette da cooperativa e baretto le lascio volentieri a chi crede ancora di vivere in una democrazia.
    Per me non è così.

  8. Sir Percy Blakeney Says:

    Bene, secondo me però era da chiarire.Concordo con te. Grazie.

  9. Basta... Says:

    E’ possibile che uno venga su questo blog per leggere le recensioni di Serino e debba trovarsi sempre i soliti che tentano di dimostrare che Serino sarebbe incoerente?
    Perché, Sir Come Ti Chiami, ci devi far fare la trafila di seguire il link, leggere il pezzo di Bernasconi di AN sul tuo blog, pezzo di cui copio l’incipit

    Caro Percy,

    come da tuo cortese invito, continuo con il presente documento a contribuire al dialogo tra amministratori e cittadini, dialogo che seppur mediato e filtrato da un blog che garantisce l’anonimato (solo dei secondi), non posso che continuare a giudicare interessante e positivo, anche quando le idee in esso contenute sono l’esatto contrario di quanto in cuore mio mi sento di difendere,proporre e portare avanti .

    Cos’è la democrazia d’altronde se non il supremo diritto di sostenere e propagandare le proprie idee anche davanti a quelle persone che darebbero la propria anima pur di sostenere l’esatto contrario? ideali .

    poi quella di leggersi i commenti, quello di Serino, che dice

    Gian Paolo Serino Said:
    March 14th, 2006 at 8:49 – @700
    Pur non condividendo alcune delle Tue idee qui espresse Ti faccio i miei migliori in bocca al lupo. Anzi ai…lupi!

    insomma tutta questa fatica ci devi far fare per poterti dire che, come era prevedibile, le tue allusioni non hanno né capo né coda, come quelle di molti che vengono a contestare?

    Non potete risparmiare questi giochetti (ieri il presunto scippo della notizia, oggi Serino che non è coerente perché fa in bocca al lupo a AN ma presenta un libro presso la sede DS) a chi viene qui a leggere e parlare di cultura?

  10. Gian Paolo Serino Says:

    @Daria: scusami, non sono un genio della tecnologia e sistemando il post ho cancellato anche i tuoi commenti.
    Non è stato intenzionzionale.
    Perdonami e riscrivili, se vuoi
    gian paolo

  11. Roby Says:

    Lo ammetto: sono un Del Papa boy. Lo leggo sempre su IL MUCCHIO SELVAGGIO, ormai da anni (e ne ho parecchi più di lui).
    Il libro l’ho già preso e letto (tra l’altro – se non mi sbaglio- lo recensì proprio serino su repubblica) e non mancherò alla presentazione (mentre le mie figlie saranno al Forum a sentire Ramazzotti).
    DEL PAPA, che si può fare?
    Andiamo sempre peggio.
    @Serino: complimenti: credo tu sia l’unico a scrivere su 2 quotidiani così diversi.

  12. Ya basta Says:

    Leggo Dal Papa su Mucchio! Ho commesso un lapsus febbriano…
    Comunque il libro non l’ho letto, il libro di Dal Papa. Spero entro venerdì.Serino, posso chiederti una cosa? Sei soddisfatto che nessuno ti ha chiesto ancora un rimborso?
    Mi sta i convincendo sempre di più della tua buona fede. Di questo blog mi piace che si parla di libri punto e basta.

  13. Sir Percy Blakeney Says:

    Caro Basta,ho letto la civile risposta di Serino…ad una mia civile domanda e mi basta…Per il resto, Caro Basta,ti consiglio un po di riposo e ricordati di prendere il Prozac altrimenti le manie persecutorie e la paranoia non la curi.

  14. vale Says:

    Non vedo perchè alimentare polemiche. Ho letto ciò che ha scritto Serino a Andrea Bernasconi candidato di AN e non mi sembra che lo sostenesse, anzi. Gli ha semplicemente scritto da amico “Auguri, anche se non condivido alcune delle tue idee”.
    Non mi sembra mancanza di coerenza, ma un segno di affetto.
    Mi dispiace non esserci e non conoscere il mitico Del Papa.
    Vale

  15. Gian Paolo Serino Says:

    Caro Percy,
    comunque sia Ti consiglio di leggere un racconto di Jack London. si intitola ACCENDERE UN FUOCO.
    In “Accendere un fuoco” London parla di un uomo che si perde in una bufera di neve.
    E’ solo.
    Ha freddo.
    Nel buio.
    E deve assolutamente accendere un fuoco.
    E deve accenderlo per due ragioni:se fosse solo per tenersi caldo l’uomo scoprirebbe che questo calore lo porterebbe presto alla morte perchè 5 minuti dopo averlo acceso, dato che è stanchissimo, si addormenterebbe e morirebbe congelato.
    La seconda ragione è che deve accendere un fuoco perchè sia un segnale, perchè magari qualcuno dei suoi compagni apparentemente così lontani lo veda e lo raggiunga.
    E insieme, magari raccontandosi delle storie, possano passare la “notte” che è lunga e faticosa…

    Questa per me è, e sarà sempre, la cultura, la scrittura, la lettura.

  16. Sir Percy Blakeney Says:

    Preferisco il richiamo della foresta.Ma sono punti di vista.

  17. Basta... Says:

    Caro Sir,
    credo che il Prozac o meglio un antiparanoico serio dovresti prenderlo tu, insieme a molti altri.
    E’ come se io ti chiedessi perché Bernasconi di AN è sul tuo blog, e PER DI PIU’ a seguito di tuo invito, invito ribadito all’inizio del suo intervento!
    Non te lo chiedo, perché non me ne frega niente di tirarti in faccia fango facendo supposizioni.
    Non è questa la sede per parlarne, ma c’è una cultura anche di destra, morti ammazzati anche di destra, vittime civili anche di destra, dignità anche di destra.
    Capisco che siano discorsi difficili da comprendere o accettare, per chi scambia la coerenza con la paranoia manicheistica, ma è così, sai?

  18. Basta... Says:

    La vera differenza tra sinistra e destra, nel rapporto con la cultura, è che la destra non è interessata a monopolizzare il pensiero culturale, dei suoi votanti, ma soltanto i voti.
    Questa, è l’unica differenza.

  19. maria Says:

    A parte il titolo lapidario e funereo sembra abbastanza interessante. domani in pausa caffé indagherò in libreria. anche io, del papa, ho l’impressione che questa nostra Milano sia davvero morta e sepolta.
    Non resta che rintanarsi in casa. Già. E far che cosa?
    Com’è dolce questo mio navigar….e poi? Se accendo la tele mi viene il ribrezzo. I tg sono spazzatura: da rai 2 a studio aperto sono immondezzai per dementi interessati alle tette della Canalis o alle auto nuove di VIeri. Telekabul rai3 mi ha scocciato. Non resta che aprire un libro. ma stanca. leggere stanca. dopo una giornata di lavoro non è facile non chiudere gli occhi. Perchè ho l’impressione che anche la letteratura sia morta (basta pensare alla presa in giro di D’Orrico ma non solo quella). c’è poco che mi attira, che riesce a farmi pensare. Non so, speriamo che il tuo libro non sia il coperchio della mia tomba sociale

  20. Sir Percy Blakeney Says:

    Forse hai finito il Seroquel. Perchè si vede che non hai letto tutto…con la dovuta attenzione…sarai stanco riposati…e adesso caro Basta ,basta.Lasciamo il Blog di Serino in pace…

  21. Basta... Says:

    Facevo l’esempio di come si può manipolare un’informazione, Percy. A scopo di diffamazione o contestazione, attività che a me non m’interessa.
    Caro Serino, perché non ci dici di più della trama del libro di Dal Papa? Questa recensione è più laconica delle altre. “Cos’è successo, sei cambiato?”… 🙂

  22. giò Says:

    Spinta dall’interesse per D’Orrico da milanese concordo con Del Papa. Il cognome non mi ispira molto, temo pontificazioni ma ciò che è sicuro che la mia milano non è più mia. e non parlo di extracomunitari ma proprio di noi. i rapporti umani azzerati, non ci si può fidare di nessuno, tutto si perde nell’indifferenza. è proprio il caso di dire che è un epitaffio quello a cui stiamo assistendo. venerdì pur non amando la sede degli incontri cercherò di venire per dire la mia. tra critica e civiltà mi sembra un buon inizio

  23. fr Says:

    “Anche nella ricca e civile Milano la vigilanza democratica è svanita: si è mutata in una guardinga rassegnazione” , giorgio bocca riassume sempre i mali di questo paese. e se non sbaglio del papa ha intervistato più volte il grande giornalista che ormai rappresenta l’ultimo baluardo di giornalismo impegnato. altro che d’orrico

  24. Patriz Says:

    Beh io sono di Roma non è diverso da Milano Maria.
    Viviamo in una solitudine affollata. Viviamo in giungle, piccole o grandi non conta, fatte d’asfalto e questa è la modernità e insieme l’eternità dell’essere umani.
    Ma poi come dice Gian Paolo Serino ci si ritrova intorno a un fuoco. Fatto di carta, di amori, di amici.
    Siete simpatici, bislacchi ma simpatici.

    :-)))))

    Patriz

  25. Gino Paoli Says:

    eravamo quattro amici al bar
    che volevano cambiare il mondo!

  26. Daria Says:

    grazie, gps, nun c’è bisogno de ripete, grazie comunque!

  27. Gian Paolo Serino Says:

    Caro Gino…eravamo quattro amici al bar…?
    Speriamo non a quello, non al… “Bar Biturico”

    gps

  28. Gian Paolo Serino Says:

    Kavafis remix…
    ASPETTANDO I BARBARI

    « – Che cosa aspettiamo così riuniti sulla piazza? – Stanno per arrivare i Barbari oggi. – Perché un tale marasma al Senato? Perché i Senatori restano senza legiferare? – E’ che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge. – Perché il nostro Imperatore, levatosi sin dall’aurora, siede su un baldacchino alle porte della città, solenne e con la corona in testa? – E’ che i Barbari arrivano oggi. L’Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli. – Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perché si adornano di braccialetti d’ametista e di anelli scintillanti di brillan ti? Perché portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati? – E’ che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari. – Perché i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza? – E’ che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi né i lunghi discorsi. – E perché, all’improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta e perché rientrano tutti a casa con un’aria così triste? – E’ che è scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente è venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari… E ora, che sarà di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione».

  29. Patriz Says:

    Per Maria.

    Tu parli di extracomunitari, con un tono quasi critico. Però secondo me sbagli.
    In Marocco il cimitero si chiama “giardino dei silenziosi”… Le zitelle si chiamano “tesori dimenticati”…
    Siamo noi che dovremmo emigrare lì e recuperare quella gentilezza dello stare al mondo che qui è ormai eccezionale, che continuare a crederci è un gesto eroico.
    Recuperare la poesia della vita, invece di rinsecchirci emotivamente davanti a schermi e portacenere e cuori pieni d’ansia, in una “tomba sociale”, come dici bene tu con quest’espressione terrificante…

  30. donatella davvero Says:

    “Se avremo ancora un po’ da vivere, la primavera intanto tarda ad arrivare” (F. Battiato)

  31. Gemma Gaetani Says:

    C’è la bellezza e ci sono gli umiliati. Qualunque difficoltà presenti l’impresa, non vorrei mai essere infedele né ai secondi né alla prima.

    (Albert Camus)

  32. Clara Says:

    Caro Gian Paolo Serino,
    seguo questo blog da quando è nato, ma non sono mai intervenuta. Stavolta però voglio proprio leggere il libro e se è il caso sfidarti con una mia recensione. Però diversamente da Susanna se il libro non mi piace io i soldi indietro te li chiederò! Qualcosa mi dice che il libro non mi piacerà. I lamenti di sinistra mi hanno decisamente stancato, questi apocalittici disintegrati… non se ne può più.

  33. Gian Paolo Serino Says:

    Clara, mi sembri un po’ prevenuta, ma siamo d’accordo. attendo. io sono qui.
    gian paolo

  34. Antonio Says:

    Se è la versione “extended” degli articoli su Milano apparsi sul Mucchio Selvaggio, allora è un libro non pessimo ma senz’altro prescindibile: non dice niente che non si senta già in qualunque latteria o fermata del tram della città, o in uno qualunque dei diecimila blog aperti da intellettuali-massa milanesi, con l’aggiunta di un tono a metà tra gli ultimi libri di Bocca e l’adagio “non c’è più il vecchio Bar Giamaica”. Se invece è un’altra cosa, dalla recensione di Serino non si capiva. Vedremo.

  35. susanna Says:

    A Clara: il libro della Rossi mi è piaciuto, ma non trovo che sia “imperdibile e assolutamente da leggere”, come recita la regola di questo gioco (gioco sì imperdibile!). I pregi maggiori sono nel tema e nello stile. E mi pare che ci sia un giusto rapporto qualità/prezzo (dedica per chi si riferisce al “mercato” come fonte di molti mali per il buon leggere: la qualità è solo uno degli elementi da prendere in considerazione. Per esempio comprerò a 42 euro i disegni di Saint Exupery, mentre non pagherei 5 euro per il Bar propagandato dal D’Orricco). Aspetto la tua recensione.

    A chi invece è milanese consiglio “Milano non esiste”, racconto di Tommaso Landolfi (e grazie a chi mi ha fatto ricordare questo mio vecchio amore), tanto per relativizzare la propria milanesità. Sconsigliato a chi manca di autoironia.

    Infine a Serino: capisco che tu rivaluti ciò che è stato ignorato, solo che questo comporta il tempo per trovarlo, dato che continuo a servirmi nella stessa piccola libreria (dove tra l’altro si può prendere un libro dallo scaffale, salire al piano di sopra, farsi un caffè, leggerlo e.. andarsene. Furto vietato, lettura permessa e favorita). La prossima settimana la mia rece su “La porta”.
    Non abitando a Milano purtroppo mancherò venerdì, e mi dispiace. Spero di leggerne su questo blog.

  36. Desiderata Says:

    Dal Papa,
    perché non ci parli un po’ tu del tuo libro?
    Sarebbe interessante.
    Intenzioni, visioni e supervisioni del mondo in esso contenute, come sta andando, trama se c’è…
    Serino è stato molto serafico stavolta, ora è sparito!

    Desiderante anonimo ma serio e sincero

  37. Chi l'ha visto Says:

    Ma che siete morti tutti insieme alla città de Milano? Ma che è Satisfiction Funeral?
    Chi l’ha visto, Serino?
    E Dal Papa?

  38. Chi l'ha visto Says:

    Ma che siete morti tutti insieme alla città de Milano? Ma che è Satisfiction Funeral?
    Chi l’ha visto, Serino?
    E Dal Papa?

  39. Chi l'ha visto Says:

    Ma che siete morti tutti insieme alla città de Milano? Ma che è Satisfiction Funeral?
    Chi l’ha visto, Serino?
    E Dal Papa?

  40. Chi l'ha visto Says:

    Ma che siete morti tutti insieme alla città de Milano? Ma che è Satisfiction Funeral?
    Chi l’ha visto, Serino?
    E Dal Papa?

  41. Chi l'ha visto Says:

    Ma che siete morti tutti insieme alla città de Milano? Ma che è Satisfiction Funeral?
    Chi l’ha visto, Serino?
    E Dal Papa?

  42. Alessandra Says:

    Sono davvero curiosa di vedere domani se D’Orrico risponderà a tutte le polemiche scatenate da serino.
    secondo me farà finta di niente o risponderà arrampicandosi sui vetri

  43. Erika Says:

    Sono una ammiratrice di Massimo Del Papa. Mi farà piacere conoscerti perchè sono anni che leggo le tue inchieste sul Mucchio Selvaggio.
    Il libro non l’ho letto, la recensione di Serino mi ha convinto. il problema è che non lo trovo in libreria. mi hanno detto che è esaurito e andrebbe ordinato. Sarà in vendita durante la serata?

  44. Chi l'ha visto Says:

    Chi l’ha visto, Serino?
    E’ dal Papa?

    (variante)

  45. Chi l'ha visto Says:

    Chi l’ha visto, Serino?
    E’ dal Papa?

    (variante)

  46. Chi l'ha visto Says:

    Chi l’ha visto, Serino?
    E’ dal Papa?

    (variante)

  47. Chi l'ha visto Says:

    Chi l’ha visto, Serino?
    E’ dal Papa?

    (variante)

  48. Chi l'ha visto Says:

    Chi l’ha visto, Serino?
    E’ dal Papa?

    (variante)

  49. Gian Paolo Serino Says:

    Nessuna apparizione. E’ solo che mi ero immerso in “Venite al Bar Biturico” e mi sono addormentato un attimo…Questione da poco.
    Due giorni di sonno rifocillante.

  50. Gian Paolo Serino Says:

    Per gli appassionati di noir sulla home page di http://www.librialice.it, in PRIMO PIANO, presento un racconto inedito di Massimo Carlotto.
    Il libro, “CATFISH”, sarà in tutte le librerie dal 6 Aprile per Aliberti Editore

    gps

  51. Emanuele Says:

    Sarei proprio curioso di vedere quel fascista antisemita di Serino presentare il libro in una sede comunista.
    Purtroppo non posso: se qualcuno interviene poi racconta se l’han preso a sassate?

  52. Gian Paolo Serino Says:

    Consiglio alternativo:

    Libreria Archivi del ‘900
    Milano, Via Montevideo,(Parco Solari/Porta Genova)
    venerdì 24 marzo, ore 21
    Rappresentazione teatrale del racconto fantastico
    FANTASMI DI SCHUMANN A MANHATTAN

    Autore: Filippo Tuena

    Edizioni: Carte Scoperte

    INGRESSO LIBERO (fino ad esaurimento posti) – Seguirà un aperitivo

    Al pianoforte: Maria Pia Carola eseguirà la Kresleriana di Schumann

    Regia: Filippo Tuena

    Sullo sfondo musicale della Kreisleriana,nell’atmosfera di un misterioso fast food, appariranno i fantasmi di Schumannin interpretati dallo scrittore Miro Silvera ( Robert Schumann) e da alcuni ragazzi del Liceo Parini, Maria Vittoria Busi, Tommaso Malfa, Niccolò Caminada, Cosimo Tuena, Alice Vastano.
    Presente anche l’autore: FILIPPO TUENA

  53. ... Says:

    La maggior parte della gente aveva bisogno di etichette da appiccicare sugli altri, per credere di capirli.
    Se scrivevi di sesso ed eri una giovane ragazza, eri una troia, per fare un esempio.
    Le etichette venivano posizionate sulla bocca, cosìcché l’etichettato non poteva parlare, dire di sé. Ma d’altronde, anche se ci fosse riuscito, sarebbe stato inutile: gli etichettatori avevano gli occhi foderati. Le orecchie tappate. Occhi e orecchi del cervello, intendo.
    Ma non c’è da crucciarsi, tirare fuori abiti neri, ordinare corone di fiori, intristirsi più di tanto. Continuava tutto così, l’unica novità era rappresentata dal fatto che questo modo di intendere il mondo non sarebbe mai morto finché non fosse morto il mondo stesso.
    Ma il mondo in realtà moriva, moriva, amici e nemici ebrei e troie e chiunque stia ascoltando, di certo una buona parte era in cancrena, non a caso quella che sembrava più viva mai, quell’Occidente che (de)cadeva, come voleva l’etimologia, l’unico vero abito delle cose, in una sintesi (di)stillata sui giornali, sugli schermi televisivi, sulle tastiere dei computer collegati ad Internet, sulle bocche ciancianti, sugli Ipod a tutto volume, sui cervelli che evitavano di sedarsi, tutti elementi che guardati da lontano risultavano così poco dignitosi da non restare muti, una volta tanto.

  54. Rigurgito antifascista Says:

    Burp…

  55. ale Says:

    La vera differenza tra sinistra e destra, nel rapporto con la cultura, è che la destra non è ALL’ALTEZZA DI PRODURRE pensiero culturale.

  56. Massimo Catalano Says:

    Lo dicono tutti che la destra non è all’altezza di produrre pensiero culturale, tutti ma proprio tutti tutti… Quelli che non sono di destra.

  57. Barbara Says:

    Complimenti e grazie signor Serino. Il consiglio su “La porta” era ottimo. L’ho letto d’un fiato e mi è piaciuto molto. La seguirò con piacere, anche se all’inizio ero scettica…mi sembra un bel “gioco” ed una altrettanto bella idea.
    Ciao

  58. Gian Paolo Serino Says:

    Grazie a Te, Barbara, mi fa piacere che tu, “il vizio di leggere”, abbia apprezzato la Szabò.

  59. Massimo Del Papa Says:

    SENZA SPERANZA
    Venerdì m’hanno sommerso d’inviti per andare a a vedere “il Caimano” ma ero a Milano a presentare libri.
    Ho visto comunque che le reazioni sono state furi-bonde (al Caimano, non ai miei libri), compattando nello sdegno naturalmente il centrosinistra, che su Berlusconi mantiene intatta e vigorosa dopo 12 anni di regime la curiosa strategia del lacchè Mazza: silenzio deferente e omertoso per evitare di avvantaggiare Berlusconi la cui nefasta influenza si combatte non combattendola. Ignorandola. Condividendola. Alla presentazione del libro in cui parlo male di Milano, vicino a me stava tra gli altri un diessino rrrampante che ha fatto un sottile intervento di scienza politica il cui succo era: sbagliato demonizzare la modernità, cioè Berlusconi, perché adesso tocca a noi. Mi è spiaciuto sentirlo in una sezione dedicata a Caponnetto. I colleghi di partito, due giovani entrambi molto in gamba, che io voterei, sul punto si sono discretamente dissociati o almeno defilati, Daniele Biacchessi, che per me è come Muddy Waters, lo ha messo a posto con una riflessione di una raffinatezza ed eleganza spietata. Gian Paolo Serino, altra anima libera, ha gelato tutti da par suo rispondendo a domanda un po’ provocatoria: “No, io non ho fede, ne ragione, né coscienza”. Per dire che vive solo di letteratura. Gian Paolo, con questa frase siamo pari, perché io pure te la saccheggerò d’ora in avanti. Anche io mi ritrovo allo sbando, compagno solo delle mie passioni. Non chiedetemi perché non voto, io ogni volta che metto il naso fuori dalla tana mi confermo nell’idea che questo regime, che è un regime, è blindato, condiviso, in modo immorale, dai vertici di un coacervo in cui è ingenuo distinguere una sinistra e una destra: a chi tocca, tocca e spesso tocca insieme. Io non credo oltre nella rappresentanza elettorale, come Gaber, e, se posso dirlo, mi fa abbastanza pena il compagno Bertinotti cui fa schifo Moretti: lui, lo sappiamo, preferisce il cinema d’essai di Luxuria. Il mio impegno lo continuo scrivendo, testimoniando finchè ancora potrò, senza speranza né fede. A fianco di gente come Rosario Pantaleo, che il giorno dopo m’ha invitato a Baggio. Uomo mite, colto, acuto, buono, che mette a frutto le doti di cui il Padreterno lo ha abbondantemente dotato impegnandosi in mille direzioni. Non ho una carriera, io. Non ho più fede, ragione, coscienza. Ho compagni di strada come questi, che nessuna carriera può eguagliare”.

    Massimo Del Papa

  60. Gemma Gaetani Says:

    Caro Massimo, io non ho letto il tuo libro, né ero alla presentazione purtroppo. Però il confronto all’interno della sinistra mi incuriosisce sempre, quindi mi permetto di intervenire e porti delle questioni, o degli spunti di riflessione.
    Sul Caimano tu dici: “compattando nello sdegno naturalmente il centrosinistra, che su Berlusconi mantiene intatta e vigorosa dopo 12 anni di regime la curiosa strategia del lacchè Mazza: silenzio deferente e omertoso per evitare di avvantaggiare Berlusconi la cui nefasta influenza si combatte non combattendola”. Secondo me non è affatto così.
    A parte il fatto che si sta già eroicizzando Nanni Moretti, e soprattutto da parte del centrosinistra, chi pur di sinistra, magari estrema, non ama quel film lo fa per motivi artistici e di pragmaticità politica insieme.
    Io l’ho visto ieri notte, allo spettacolo di mezzanotte all’Anteo, dove c’era anche Nanni Moretti. Ci sono andata apposta, a quello spettacolo. Sono una morettiana. E una bertinottiana, ma non sono di quelle che rimprovera a Muccino di fare film borghesi (per far capire che non ho pregiudizi di tipo ideologico, meno che mai nei confronti di Nanni Moretti). Bene, il film di Nanni Moretti è stata una delusione incredibile per me. Cinque anni di attesa per un film che esce dieci giorni prima delle elezioni (non a caso), che ha un titolo perfetto eppure: Nanni Moretti non è riuscito – è palese, non c’è riuscito – a fare di Berlusconi quanto Michael Moore ha fatto con Bush. Il film è debole, retorico, dal punto di vista cinematografico inconsistente e soprattutto conferma che, nell’arte dichiaratamente impegnata, la “fictionizzazione” della contemporaneità non funziona. Le uniche scene che non cadono nell’involontario macchiettismo sono quelle in cui Elio De Capitani interpreta Berlusconi (dopo, per questioni di “trama”, lo fanno Michele Placido e Nanni Moretti stesso).
    E ripeto, parlo innanzitutto da morettiana, da una cioè alla quale, parafrasando lo stesso Moretti, viene da dire “Moretti, perché non hai fatto un film di sinistra?”…

    Quanto al fatto di non votare, perdonami, ma io lo trovo un gesto alla Ponzio Pilato, e mi stupisce che sia proprio chi sento più rabbioso (come te) che non usi l’unica arma possibile per cambiare (provarci) a cambiare le cose: andare a votare…
    Per il resto infinita stima, e presto leggerò Milano Funeral (in Corso Como, dopo la proiezione del film, osservavo questi fighetti che sembravano usciti dalla casa del Grande Fratello, così annoiatamente trendy, e pensavo al titolo del tuo libro…).

  61. Gemma Gaetani Says:

    Massimo, dimenticavo. Bertinotti ha detto che preferisce Ecce bombo, e ha ragione. Di quanto di veramente politico c’era lì, nel Caimano c’era solo il ricordo e la nostalgia, per lo spettatore…
    Alla proiezione c’era anche Maria Teresa Ruta. Ora, se il pubblico di Moretti e il votante diessino è rappresentato da Maria Teresa Ruta, Nanni Moretti è morto e viva Bertinotti (e Michael Moore)!

  62. MariaGiovanna Says:

    Ci sto. Il gioco mi piace. Bella idea!

  63. Giuseppe Azzaro Says:

    La Ruta avrà o no il diritto di andare al cinema dove e quando le pare? Poi, se a criticare “da sinistra” Moretti è gente che scrive su “Il Giornale”, ma fatemi il piacere… Che squallore, che schifo ‘sti “bertinottiani” che – come niente fosse – collaborano ai fogliacci degli squadristi… Almeno Serino non fa dichiarazioni di fede ideologica.

  64. giuly Says:

    del papa è stato uno spettacolo alla presentazione.
    sua moglie in rassegnata prima fila è indubbiamente una fortuna non meritata.^_^
    mi piacerebbe tanto lasciare un commento saputello su Milano Funeral,ma la mia genitrice me l ha strappato dalle manine e non sono riuscita ad arrivare che al secondo capitolo.

  65. Gemma Gaetani Says:

    Caro Giuseppe Azzaro, “gente”, tanto per cominciare, lo dici a tua sorella.
    Io sono piuttosto stufa di subire, ogni volta che compaio da qualche parte, “processi politici” perché ho scritto un totale di settanta righe sul “Giornale” parlando di critica letteraria.
    Primo, perché dove e perché scrivo sono stra-affari miei. Non siamo in dittatura, non sono tenuta a rendere conto a te, che non so neanche chi sei, delle motivazioni che mi spingono a provare a collaborare col Giornale, invece che con L’Unità o il Manifesto, o che mi fanno avere il coraggio di dire che Il Caimano è un film deludente, o che Maria Teresa Ruta rappresenta certo popolo di centro-sinistra che io disprezzo visceralmente e fortemente poiché col popolo vero non ha niente a che vedere. Il popolo dal quale io provengo e al quale appartengo, e per questo voto Bertinotti, e se non ci fosse un’estrema sinistra, se la scelta fosse soltanto centro-sinistra o centro-destra, bene, voterei centro-destra, perché questo centro-sinistra è finto come l’abbronzatura di Rutelli e le extension biondo platino che aveva in testa, l’altra notte, Maria Teresa Ruta.

  66. Giuseppe Azzaro Says:

    “se la scelta fosse soltanto centro-sinistra o centro-destra, bene, voterei centro-destra”

    E tanto mi basta.

  67. Gemma Gaetani Says:

    Caro Giuseppe Azzaro. Permettimi. Ma tu chi cazzo sei? Cosa fai nella vita? Hai mai frequentato l’estrema periferia di una qualunque città? Hai mai parlato con vecchi, extracomunitari, spacciatori, tossici, puttane, delinquenti (veri)? Hai mai sentito parlare gente (gente, la gente, non rappresentanti politici) di estrema destra e di estrema sinistra e riflettuto sul fatto che dicono, su certi argomenti, le stesse cose? Ti sei mai chiesto perché esistono gli immigrati di destra e i ricconi di sinistra? Il nome di Pier Paolo Pasolini ti dice qualcosa? E soprattutto sai che nel vocabolario esiste una parola che si chiama “complessità”?

  68. Gemma Gaetani Says:

    E te l’ho scritto, Giuseppe Azzaro, con le parole che userebbe la gente che con la complessità delle cose deve averci a che fare, cioè la gente vera (chiedo scusa a chi può esserne stato infastidito). Declinati in molti altri stili, chiunque voglia può trovare gli stessi concetti in ogni riga che io abbia mai scritto, di poesia prosa critica e quant’altro. Ma c’è di molto più importante al mondo.

  69. Giuseppe Azzaro Says:

    Rispondo nell’ordine a queste domande:
    “Ma tu chi cazzo sei? Cosa fai nella vita? Hai mai frequentato l’estrema periferia di una qualunque città? Hai mai parlato con vecchi, extracomunitari, spacciatori, tossici, puttane, delinquenti (veri)? Hai mai sentito parlare gente (gente, la gente, non rappresentanti politici) di estrema destra e di estrema sinistra e riflettuto sul fatto che dicono, su certi argomenti, le stesse cose? Ti sei mai chiesto perché esistono gli immigrati di destra e i ricconi di sinistra?”

    Giuseppe Azzaro. Siciliano. Insegnante alle scuole medie. Sì, ci insegno, in una periferia. Sì, ho parlato con vecchi, extracomunitari, spacciatori, tossici, puttane, delinquenti. In una certa misura, ci parlo tutti i giorni. Sì, ho sentito parlare “gente” di entrambi gli schieramenti. Sì, rifletto spesso sui “ricconi di sinistra”. Ad esempio, l’altra sera ho visto in tv l’azzimata moglie di Bertinotti, perfetto esempio di quelle tendenze radical-snob da salotto che tu dici di criticare.

    E adesso che ho risposto tu che fai?

    Io ho visto la tua firma sul “Giornale”. Puoi fare tutti i distinguo che vuoi, dire che scrivi per Belpietro perché non ti piace la Ruta (bell’argomento, complimenti) e perché sei “del popolo”. Come se ci fosse un qualunque collegamento tra l’essere “del popolo” e scrivere sul “Giornale”. Di “popolo” che NON scrive sul “GIornale” l’Italia è piena, fino a prova contraria. La sostanza non cambia e la minestra è sempre la stessa, la minestra del malcostume italiota: si finge di criticare “da sinistra” per poter andare a destra.

  70. Gemma Gaetani Says:

    “Giuseppe Azzaro”, ti ringrazio di non concedermi la tua stima. Ne sono fiera, “Giuseppe Azzaro”. Tutto il resto è noia, “Giuseppe Azzaro”. Ora magari smettila di inondare di compulsive polemiche nei miei confronti ogni blog in cui io capiti, “Giuseppe Azzaro”. E’ un consiglio sincero e spassionato, “Giuseppe Azzaro”.

  71. Gemma Gaetani Says:

    Altrove, “Giuseppe Azzaro”, (mi) scrivevi questo:

    Lo trovo un fogliaccio talmente sozzo da non poterlo toccare con le mani, e giudico profondamente sbagliato collaborarvi. Se uno non è razzista, non è xenofobo, non è fascisteggiante, non vedo PER QUALE MOTIVO debba scriverci sopra, e se lo fa non deve sorprendersi che glielo facciano notare.

    Ecco, “Giuseppe Azzaro”, ti espongo per l’ennesima volta un motivo, ma con parole che non sono le mie stavolta (ne ho usate parecchie di mie per risponderti all’epoca, ma si vede che non ti bastavano…). Spero che questa sia la volta definitiva che te ne fai una ragione, che accetti che c’è chi consapevolmente si rivolge altrove, per quanto schifo ha del clientelarismo che esiste in certi fogli di (centro-)sinistra.

    MA VI CONVIENE ASCOLTARCI,PERCHE’ NON ABBIAMO NULLA DA PERDERE AVENDO GIA’ PERSO TUTTO NON ESSENDO ORGANICI A NULLA, PERCHE’ IN UN PAESE DOVE SI DIFENDONO PURE I DIRITTI DEI FRINGUELLI CI HANNO GIA’ DETTO CHIARO E NETTO CHE DOPO AVER LAVORATO PER UN GIORNALE SPONSORIZZATO DA CHI SAPPIAMO NOI NON POTREMO MAI SCRIVERE, CHESSO’, SU L’UNITA’ O IL MANIFESTO, O LA REPUBBLICA O TESTATE CONSIMILI, PERCHE’ IN VERITA’ NON SIAMO IN UN PAESE LIBERO MA IN UN PAESE DI VELINE E LACCHE’ E PER QUESTO, PERCHE’ SIAMO PURE REIETTI DA NOI STESSI, CREDETECI.

    (Davide Brullo, sul “Domenicale” di qualche settimana fa)

  72. Gemma Gaetani Says:

    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/26/ghezzi.shtml

    (Tra l’altro, Alessandro Canzian, o “Giuseppe Azzaro” se preferisci, anche Ghezzi è rimasto deluso dal “Caimano”. E Ghezzi non mi pare sia di destra. E mi pare che sia uno dei maggiori cinefili e critici cinematografici d’Italia – e non solo. Ti auguro di imparare a giudicare meno, a fare meno processi politici, e reiterati, alla gente. Sui blog degli altri, poi… Per il resto, con uno che si finge un insegnante siciliano di scuola media per sfogare un astio evidentemente personale, non ho voglia di parlare ulteriormente, perché decade ogni legittimità di quanto ha sostenuto).

  73. andrea.nobili Says:

    Gemma Gaetani for president!
    Seriamente: sei tosta.
    Complimenti

    Sto leggendo “Colazione al Fiorucci” e mi piace assai. Brava
    Continua a non farti vincere dal luogo comune, quest’italia ne ha bisogno.
    Al dì la di quella piccola polemicuccia su questo blog che ci fu giorni addietro e alla quale non avevo più dato seguito, ti considero una splendida interlocutrice.
    Sono sincero.

  74. Giuseppe Azzaro Says:

    Gaetani, dammi retta: non funziona. Questo è uno sfogo isterico piuttosto inutile. Io non sono un altro, è la prima volta che ti rispondo e quello che citi – pur corrispondendo abbastanza al mio pensiero – non è di mio pugno. Evita di tirare in ballo scambi di messaggi avuti non so dove, con altri, anche perché non serve a rispondere a quel che ho detto. Io “Il Caimano” non l’ho nemmmeno visto, ma trovo risibile questo modo di porre la questione, il facciamo vedere che siamo anti-anti-anticonformisti. Più a sinistra, talmente più a sinistra che facciamo tutto il giro e ci ritroviamo dall’altra parte. Queste cose si sono già viste. “Siccome c’era la Ruta” è un vedere la pagliuzza, ma scrivere sul giornale di Belpietro è un avere nell’occhio una trave di notevoli dimensioni. Per questo “non mi sono tenuto”. Ora, con quest’invettiva, comunque non mi hai risposto sulla questione del “popolo”. Ma in effetti non c’è da rispondere. Ognuno faccia quel che gli pare. Basta però che non cachi troppe sentenze. Prosit.

  75. Alessandro Canzian Says:

    !!!!! Io non c’entro niente, non sono “Giuseppe Azzaro”, sono Alessandro Canzian e basta, chi mi conosce sa bene che non uso nicknames (non perché sia contrario, ma perché non mi viene e non ho smanie tuttologiche o opinionistiche). Sui giornali-fogna ribadisco tutto, ma non ho più affrontato la questione, perché tanto non serve. E’ preclusa la possibilità di convincersi a vicenda. Se poi si vanno a leggere i miei commenti su Nazione Indiana, io non ho mai espresso opinioni personali su Gemma Gaetani né su nessun altro. Ritengo che scrivere sul “Foglio” (come fa Berardinelli) sia un errore, che scrivere su “Il Giornale” di Belpietro (come fanno Colombati, Gaetani, Avoledo e altri) sia un errore. Ma non ho tratto conclusioni sulla moralità o la buona fede di nessuno.
    In questi giorni sono preoccupato per tutt’altra questione: la censura della copertina del Mucchio da parte del distributore. Sì, perché possiamo scrivere dove ci pare, ma se poi a qualcuno salta il ghiribizzo di non farti arrivare in edicola…

  76. Alessandro Canzian Says:

    Io e “Azzaro” ci siamo incrociati. Questo dovrebbe tagliare la testa al toro :-/

  77. Giuseppe Azzaro Says:

    Mi era venuta in mente una battuta, ma è meglio non dirla.

  78. cloak and dagger Says:

    Gemma, \”Giuseppe Azzaro\” è un tuo caro amico che ti sta facendo uno scherzo e mettendo alla prova. Se dici \”Roma\” io dico \”acqua\”, ma se dici xxxxxxxx io dico \”fuoco\” :-)))

  79. Giuseppe Azzaro Says:

    C’è una “x” di troppo, Giucas Casella! 🙂

  80. Gemma Gaetani Says:

    Vedi, “Giuseppe Azzaro”, a me questa presunzione in nome della quale ci si erge a giudici morali(sti) delle idee o scelte altrui, mi ha stufato. Letteralmente.
    Il manicheismo l’ho lasciato alle superiori, dopo aver preso il diploma, e capito che il mondo gira e funziona in modo un po’ più complesso del “sinistra=bello destra=brutto&cattivo”. Chi sei tu per venire a dire che io faccio l'”anti-anti-anticonformista”? In nome di cosa sostieni quest’idea(stra) appiccicandomela in faccia? Che ne sai della mia storia, delle mie motivazioni? Dico cose che hai già visto? Guarda da un’altra parte.
    Anche se la dietrologia “scrive sul Giornale: è una fascista”, non mi sembra tanto originale. E sensata. E nemmeno motivata, visto che non sono Berardinelli che scrive sul Foglio da tempo, ma ho scritto settanta righe, in totale.

    Per il resto, non ho altro tempo da perdere e da far perdere a chi frequenta e gestisce questo blog con questa storia, né con te, né con altri nickname finti, né con Alessandro Canzian.

  81. Alessandro Canzian Says:

    E’ troppo chiedervi di vedervela tra voi, senza coinvolgere me? Io non ce l’ho con Gemma Gaetani. Non ce l’ho con Gemma Gaetani. Non ce l’ho con Gemma Gaetani. Gemma Gaetani può scrivere dove vuole, settanta o settemila righe, come altri hanno il diritto di non condividere la scelta, ma non devono essere giudizi personali, anche perché siamo tra persone che non si conoscono direttamente e non siamo nemmeno tra personaggi celebri, i cui atti pubblici “parlano” per loro. Da parte mia non c’è nessun astio.

  82. Gemma Gaetani Says:

    Giordano Tedoldi, del quale ho appena finito di leggere il primo, bellissimo libro (questa è una “marchetta”…), “Io odio John Updike”, in un racconto una volta ha scritto questo breve passo che io trovo geniale:

    «Prima avevo paura di andare con gli uomini perché temevo che da me volessero solo sesso. Insomma, non mi stimavo e mi comportavo da puttana assecondando la psicosi. Poi ho scoperto la sconvolgente forza del significante lacaniano» (una matta).

    La parte che mi fa più ridere è la specificazione del soggetto: “una matta”. Ecco, siccome non sono “una matta”, ci tengo a spiegare che i commenti di Alessandro Canzian sembrano inviati dallo stesso luogo fisico da cui li invia “Giuseppe Azzaro”. Alessandro Canzian dice di non essere “Giuseppe Azzaro”. Se è davvero così (e questo lo sanno solo Alessandro Canzian e “Giuseppe Azzaro”), mi scuso allora per aver riportato le obiezioni che Alessandro Canzian mi aveva già mosso quando il mio primo – breve – pezzo per Il Giornale era stato messo sul blog Nazione Indiana. La domanda era sempre la stessa: come si fa a scrivere sul Giornale? Pensavo quindi, a ragione, a un’ossessione di Alessandro Canzian nei miei confronti, visto che come dice bene lui non ci conosciamo neanche di persona.
    Continuo a ritenere che siano domande assurde, comunque.
    Buonanotte, credo che leggerò anch’io “Ci vediamo al Bar Biturico” per sparire dal mondo – vero e virtuale – per almeno un paio di giorni.

  83. Alessandro Canzian Says:

    Boh, se è una questione di IP ad avere ingenerato l’equivoco, io in questo momento sono a casa mia poco fuori Monfalcone, e scommetto che il mio IP di adesso NON è quello di “Azzaro”. Però giro molto per l’Italia, per lavoro, e quindi mi collego spesso da internet point, o scrocco la connessione in uffici e case di amici. Sicuramente ho visitato Satisfiction e lasciato commenti da altre città, con altri IP.
    Comunque con Gemma ci siamo chiariti in privato. Invito anche i vari “burloni” del web a fare la stessa cosa, ci si intende di più, lontani dai riflettori.

  84. burlone Says:

    Canzian, tu non preoccuparti: con Gemma in privato siamo già chia-ris-si-mi.

  85. burlone Says:

    Canzian, tu non preoccuparti: con Gemma in privato siamo già chia-ris-si-mi.

  86. Daiele Biacchessi Says:

    Quello di Massimo Del Papa é un libro vero, scritto in punta di penna. Massimo é mllanese d’origine, marchigiano di adozione. Conosce il capoluogo lombardo come le sue tasche e compie un’operazione convincente. Semplicemente osserva, descrive, narra. E per farlo si sporca le mani e consuma le suole delle scarpe, cioé verifica sul campo le sue impressioni sulla decadenza di Milano. E si pone domande. Perché la gente non saluta, tira dritto, gli occhi abbassati, le mani ficcate nelle tasche? Perché costringe Gaber all’esilio, poi piange per la sua morte? Perché non denncia la presenza di capitali sporchi, creati in buona parte anche con tangenti e omertà mafiosa? Perche predilge la modernità e non riesce più a indignarsi e ad abbaiare? Sono quesiti legittimi che solo gli spiriti liberi si pongoo. Ciao a tutti e buona lettura.

  87. Gian Paolo Serino Says:

    Benvenuto Daniele! Un onore averTi tra noi.
    Per il resto, su Del Papa, chiaramente non posso che concordare.

    Gian Paolo

Lascia un commento